Recenti studi di neuroimmagine funzionale (fMRI) hanno rilevato un'interazione tra sistema linguistico e sistema motorio durante l'elaborazione di frasi che descrivono azioni. In pratica, leggere o ascoltare descrizioni di azioni attiva, oltre alle classiche aree linguistiche di Broca e di Wernicke, anche le aree motorie. Ma qual è il ruolo della corteccia motoria primaria nei compiti linguistici? Come agisce l'interazione tra il sistema linguistico e quello motorio? Una ricercatrice italiana, la dottoressa Barbara Tomasino del Polo friulano dell'IRCCS Medea - La Nostra Famiglia, ipotizza che la causa di tale attivazione della corteccia sensorimotoria sia la simulazione mentale (un'esperienza quasi-percettiva che avviene, tuttavia, in assenza di un appropriato input esterno). Tradizionalmente, il ruolo della corteccia sensorimotoria è stato sempre inteso come controllo dei movimenti volontari e delle sensazioni tattili. Recentemente ha ricevuto credito ed è parte di un acceso dibattito in letteratura neuroscientifica il suo coinvolgimento in funzioni cognitive più elevate, come ad esempio la simulazione mentale motoria, la memoria iconica, la rotazione mentale, la rappresentazione di azioni e concetti motori, la memoria motoria e l'elaborazione linguistica di parole o frasi che descrivono movimenti o azioni. Non è ancora chiaro come tale area contribuisca alla percezione linguistica e se, come parte del network dei neuroni a specchio, contribuisca funzionalmente alla comprensione e anticipazione dei gesti altrui e nella distinzione tra il sè e gli altri. Inoltre non si conosce ancora la causa del coinvolgimento della corteccia sensorimotoria in queste funzioni cognitive superiori. Barbara Tomasino ipotizza che l'attivazione delle aree motorie sia un prodotto della simulazione mentale, ovvero l'abilità di anticipare le conseguenze di un'azione, immaginandone la sua esecuzione in assenza di reale movimento del corpo: i soggetti, leggendo o elaborando frasi, parole o verbi d'azione, anche se non esplicitamente istruiti ad immaginare mentalmente il contenuto della frase o della parola, automaticamente immaginano se stessi o qualcun altro eseguire il movimento descritto dalla frase. Spiega la Tomasino: "In una serie di studi fMRI (l'ultimo è stato appena pubblicato sulla prestigiosa rivista Neuroscience, ndr) abbiamo testato l'ipotesi immaginativa e verificato che la simulazione mentale delle azioni può costituire un ponte tra il sistema linguistico e quello motorio. Stiamo verificando se tale ponte sia necessario o accessorio e se, nel caso di disturbi del sistema linguistico o motorio, la simulazione mentale possa offrire una via alternativa per ottenere comunque attivazioni nelle aree cerebrali interessate". Inoltre sembra che la simulazione mentale possa giocare un ruolo chiave nel disturbo del pensiero, sintomo principale delle psicosi maggiori. "Dai nostri studi - continua la ricercatrice - emerge come la simulazione sia una abilità particolarmente rilevante per lo studio delle psicosi maggiori, perché permette di accedere a rappresentazioni mentali che sarebbero altrimenti inaccessibili per via consapevole". Gli studi della Tomasino verranno presentati al convegno Neuroimmagini e Riabilitazione in età evolutiva, che si terrà presso l'Azienda Ospedaliero Universitaria "S. Maria della Misericordia" di Udine il 1° ottobre 2010. Il convegno sarà inoltre un primo step dopo la realizzazione del progetto FIRE, intesa tra l'IRCCS Medea del Friuli Venezia Giulia, l'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Udine e la Scuola Superiore di Studi Avanzati (SISSA) di Trieste per l'acquisizione e l'utilizzo di una Risonanza Magnetica 3 Tesla che da qualche mese ha iniziato ad essere utilizzata in una serie di progetti di ricerca clinica e sperimentale approvati dal Ministero della Sanità. Interverranno all'incontro Vladimir Kosic, Assessore Regionale Friuli Venezia Giulia alla salute, integrazione sociosanitaria e politiche sociali, Giuseppe Napoli, Presidente di Federsanità Anci Friuli Venezia Giulia, e Alda Pellegri, Presidente Associazione La Nostra Famiglia. Tra i relatori, oltre alla Tomasino, Paolo Brambilla, dell'IRCCS Medea - Polo Friuli - Venezia Giulia del Centro InterUniversitario di Neuroscienze Comportamentali, Università di Udine e Università di Verona, Nereo Bresolin, Direttore Scientifico dell'IRCCS E. Medea e Direttore del Dipartimento di Scienze Neurologiche, Università degli Studi di Milano, Giovanni Cioni, Department of Developmental Neuroscience, Stella Maris Scientific Institute Medical Faculty, University of Pisa, Franco Fabbro, responsabile scientifico del polo friulano dell'IRCCS Medea e Preside della Facoltà di Scienze della Formazione, Università di Udine, Raffaella Ida Rumiati, Settore di Neuroscienze cognitive SISSA (Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati) Trieste e Sergio Zanini, IRCCS Medea. Torna dalla Germania per fare ricerca in Italia: chi è Barbara Tomasino Laureata in Psicologia presso l'Università di Padova, Barbara Tomasino consegue il dottorato alla SISSA di Trieste. Ottiene Post Doc al Forschungszentrum Juelich in Germania, dove lavora con risonanze a vari campi magnetici. Qui si occupa di esperimenti soprattutto su funzioni motorie o su interazione tra linguaggio e sistema motorio. I suoi studi le valgono, nel 2004, il premio dall'AIP (Associazione Italiana di Psicologia) come migliore tesi di dottorato in Italia e, nel 2005 -2006, il premio Research fellowship dalla prestigiosa Alexander von Humboldt Foundation. Nel 2007 rientra in Italia grazie alla stipula di una convenzione tra l'IRCCS Medea - La Nostra Famiglia e la Neurochirurgia dell'Ospedale di Udine, dove svolge la parte clinica studiando, in collaborazione con la neuroradiologia, la dott.ssa Maieron e il dott.Wais, pazienti neurochirurgici mediante risonanza magnetica funzionale prima dell'intervento chirurgico in modo da preservare le aree cognitivamente eloquenti. Qui collabora in sala operatoria con il team neurochirurgico, diretto dal Dott.Miran Skrap, durante gli interventi con paziente sveglio e stimolazione della corteccia cerebrale facendo eseguire ai pazienti test cognitivi, in modo da preservare le aree eloquenti. |