Uno studio dell’IRCCS Medea – La Nostra Famiglia, pubblicato sulla rivista Brain Research Bulletin, evidenzia un’alterazione dell’integrità e dello sviluppo della sostanza bianca in bambini con autismo.
L'autismo è una sindrome caratterizzata, già nella prima infanzia, da deficit di comunicazione verbale e non verbale, interessi ristretti e comportamenti ripetitivi. Sebbene la fisiopatologia della malattia debba essere pienamente chiarita, alcuni studi hanno evidenziato che nei bambini affetti da autismo il peso del cervello e la circonferenza cranica hanno un pattern anomalo della crescita. In particolare, una dimensione del cervello ridotta o normale alla nascita è spesso seguita da un rapido tasso di crescita nei primi 2-4 anni di vita. Tuttavia, non è ancora chiaro quale regione del cervello sia principalmente coinvolta in questo processo e se le alterazioni coinvolgano principalmente la sostanza bianca o quella grigia. La sostanza bianca è quella porzione del sistema nervoso che presiede al collegamento e alla diffusione dei segnali nervosi e degli stimoli motori mentre la sostanza grigia svolge funzioni di selezione e avviamento delle informazioni che viaggiano lungo il sistema nervoso e punto di partenza di input motori. Conoscere come avviene lo sviluppo dell’aumento del volume cerebrale e in quale modo vengono coinvolte la sostanza bianca e quella grigia potrebbe fornire nuove piste per comprendere la patologia autistica. Un team di ricercatori dell’IRCCS Medea, Associazione La Nostra Famiglia, Scuola Internazionale Studi Avanzati (SISSA) di Trieste, Azienda Ospedaliero-Universitaria di Udine, e Centro Inter-Universitario di Neuroscienze Comportamentali dell’Università di Verona ed Università di Udine, guidati da Paolo Brambilla, per studiare lo sviluppo della sostanza bianca e della sostanza grigia nell’autismo hanno applicato un protocollo di imaging combinato di morfometria (Voxel-Based Morphometry, VBM) e di diffusione. La VBM è una tecnica di analisi di neuroimaging che consente di quantificare la concentrazione di materia grigia, bianca e fluido cerebrospinale nel cervello, mentre l’imaging di diffusione misura il movimento di molecole d’acqua nei tessuti: dalla misura di diffusività dell’acqua è possibile ottenere informazioni sull’organizzazione microstrutturale del tessuto. Sono stati sottoposti a risonanza magnetica cerebrale 20 bambini con autismo tra i 4 e i 14 anni (età media = 7 ± 2.75 anni) e 22 bambini a sviluppo normale comparabili per sesso ed età. E’ stato applicato un innovativo approccio di VBM per ottimizzare la segmentazione tra sostanza grigia e bianca del cervello in base ai riferimenti cerebrali infantili; inoltre il coefficiente apparente di diffusione delle molecole d’acqua è stato ottenuto per analisi microstrutturali della sostanza bianca. Rispetto ai bambini con sviluppo psicologico normale, i bambini con autismo differivano significativamente per variazioni di densità di sostanza bianca e grigia - particolarmente nelle aree frontali e temporo-parietali - e microstrutturali nella sostanza bianca della corteccia frontale e del corpo calloso. Infine, vi era una correlazione inversa tra età cronologica e coefficiente di diffusione nei lobi cerebrali e nel corpo calloso nei bambini con autismo ma non in quelli con sviluppo psicologico normale. “Lo studio mostra la presenza di disconnettività cerebrale, particolarmente fronto-parietale, già nelle fasi precoci della malattia, accoppiata ad un’alterazione della traiettoria di maturazione della sostanza bianca durante tutta l’infanzia in bambini affetti da autismo. – afferma Paolo Brambilla - Questo potrebbe rappresentare un marker potenziale di neuro sviluppo della malattia, che potrebbe in parte sostenere i deficit cognitivi e sociali dell’autismo”. L’IRCCS Medea sta conducendo diversi studi sull’autismo. In particolar modo questo lavoro rientra nel Progetto Strategico del Ministero della Salute La salute mentale nell’infanzia e nell’adolescenza: si tratta di un’indagine sui fattori di rischio biologici e psico-sociali che mira ad aprire nuove strade di intervento e di prevenzione nella malattia mentale. Studio pubblicato su |