comunicato stampa del 06/03/2012 00:0

Dislessia: in Friuli e Lombardia i primi test alla scuola materna

Screening su 1000 bambini e formazione agli insegnanti. Il Ministero della Salute finanzia il progetto del Medea.

I bambini normalmente imparano a parlare rapidamente e senza difficoltà tramite esposizione al linguaggio adulto; tuttavia per alcuni di loro questo processo di sviluppo non è così facile: nel 10-20% di bambini di 2 anni è stato riscontrato un ritardo nel linguaggio in assenza di condizioni patologiche cliniche. Questa condizione (Late Talker) rappresenta un importante fattore di rischio per lo sviluppo di un successivo Disturbo specifico di Linguaggio, che è presente nel 5% - 8% della popolazione scolastica e che, spesso sottovalutato, si accompagna al successivo sviluppo di difficoltà di apprendimento scolastico (Dislessia, Discalculia, Disortografia, Disgrafia).

Le conoscenze scientifiche disponibili convergono nel mostrare che il periodo sensibile per uno sviluppo tipico delle abilità di linguaggio e di lettura è individuabile in epoche molto precoci della vita, ben prima della comparsa delle prime manifestazioni cliniche in epoca scolare.

Conferme sperimentali indicano inoltre che una individuazione tempestiva dei disturbi di linguaggio (idealmente entro i 3 anni di vita) consentono di impostare interventi efficaci in grado di far evolvere positivamente le competenze linguistiche e preventivi per l’insorgenza della dislessia.

Proprio in un’ottica di prevenzione, l’IRCCS Medea – La Nostra Famiglia ha avviato il progetto “Communication Disorders: reducing health inequalities”, approvato dal CCM (Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie) del Ministero della Salute.

Si tratta di uno studio longitudinale sulla popolazione della scuola dell’infanzia in due regioni differenti (Lombardia e Friuli Venezia Giulia) nelle province e nei comuni di Lecco e Udine: attraverso strumenti di screening scientificamente già validati e adattati al contesto linguistico italiano, verranno individuati i bambini a rischio di sviluppare disturbi del linguaggio e future forme di dislessia.

Verrà reclutato un campione di 1000 bambini di 36 mesi che frequenteranno la scuola dell’infanzia, al quale verrà sottoposto il test di screening Language Development Survey (sviluppato dalla professoressa Leslie Rescorla del Bryn Mawr College in Pennsylvania), una check-list somministrata direttamente ai genitori e recentemente presentata in congressi internazionali come il più aggiornato strumento per l’individuazione precoce dei bambini a rischio di disturbo specifico del linguaggio.
La check-list è stata opportunamente adattata e tarata per la popolazione italiana dai ricercatori dell’IRCCS Medea in collaborazione con l’Università La Sapienza di Roma e direttamente in accordo con la prof.ssa Rescorla, che ha seguito l’evoluzione dei lavori su una ampia fascia di bambini italiani (a tal proposito sono state riscontrate alcune differenze rispetto ai dati già raccolti in altri paesi di lingua inglese).

Una parte dei soggetti positivi allo screening seguirà un potenziamento linguistico specifico durante la normale attività educativo-didattica che verrà svolta nella scuola dell’infanzia (gli insegnanti verranno formati ad hoc).
Tutti i bambini verranno rivalutati al termine del progetto così da evidenziare la predittività del test su un campione italiano e l’efficacia degli interventi di potenziamento: i soggetti ancora positivi verranno inviati ai servizi di riabilitazione infantile per la presa in carico riabilitativa.

Per la prima volta in Italia il test della Rescorla verrà applicato in un programma di prevenzione – afferma Massimo Molteni, responsabile del progetto e primario dell’Unità Operativa di Psicopatologia all’IRCCS Medea –. Coinvolgeremo scuola e famiglia, per sperimentare una modalità di risposta assistenziale innovativa e in grado di ridurre i costi del sistema, conseguenza di una diagnosi tardiva”.

L’IRCCS Medea ha già utilizzato con successo una serie di test come predittori precoci per la dislessia e ha standardizzato, in collaborazione con altri gruppi di ricerca – specificamente con l’Università di Udine e di Padova -, strumenti per la diagnosi e lo screening tempestivo dei disturbi del linguaggio, utilizzabili nei primi anni della scuola dell’infanzia e in grado di identificare precocemente i bambini a rischio.