La nascita pretermine costituisce una delle maggiori sfide degli ultimi anni per l’assistenza sanitaria nazionale. In effetti, i progressi in ambito medico e infermieristico hanno consentito di aumentare le probabilità di sopravvivenza anche di bambini estremamente pretermine. Ma quali sono le conseguenze della loro ospedalizzazione, solitamente piuttosto lunga? L’urgenza medica e la priorità data alla sopravvivenza del bambino spesso sovrastano l’importanza del suo benessere psichico. Inoltre, durante il ricovero i nati prematuri devono subire spesso interventi dolorosi o manovre invasive (prelievi, posizionamento di sondini, drenaggi). Per tale motivo, accanto alla qualità dell’assistenza medico-infermieristica, in molte terapie intensive neonatali (TIN) è ormai consolidata un’attenzione a quella che viene definita, con un termine anglosassone, Developmental Care (DC). Si tratta di una serie di pratiche di assistenza di natura non strettamente clinico-medica, ma più focalizzate a favorire il benessere globale del bambino e la qualità dello scambio con l’ambiente, come il rispetto per il ciclo sonno/veglia, il controllo di stimoli dolorifici o disturbanti, la riduzione delle manipolazioni o di interventi non necessari. Sebbene molte TIN italiane ricorrano a procedure di DC, si registra una grande disomogeneità tra i vari reparti e mancano studi che documentino in che misura la qualità della care possa influenzare lo sviluppo neurocomportamentale del bambino. Proprio per indagare gli eventuali effetti dei diversi livelli di care nelle competenze dei pretermine ricoverati nelle TIN, nel 2006, grazie alla collaborazione tra un gruppo di enti (IRCCS Medea – La Nostra Famiglia, Aziende Ospedaliere di Lecco e Varese, Università Bocconi) è stato avviato lo studio multicentrico NEO-ACQUA (NEONATAL ADEQUATE CARE for QUALITY of LIFE). Oggi sono disponibili i primi risultati della ricerca, appena pubblicati su Pediatrics - http://pediatrics.aappublications.org/content/early/2012/04/04/peds.2011-0813.abstract Sono stati presi in esame 178 bambini, tutti fortemente pretermine, ovvero nati prima della 29° settimana di età gestazionale o con un peso alla nascita molto basso (< 1.500 gr.), ma senza complicazioni cliniche significative. I ricercatori hanno messo a punto uno specifico questionario per misurare la Developmental Care di 25 TIN italiane. Lo strumento ha permesso di ottenere due indici sintetici dei livelli di qualità dell’assistenza. Il primo indice, denominato Cura Centrata sul Bambino (CCB), prende in considerazione la presenza di pratiche utili al benessere del piccolo, come ridurre le stimolazioni tattili disturbanti, favorire la vicinanza dei genitori, permettere loro di trascorrere la notte in reparto e di praticare la marsupio-terapia. Il secondo indice, denominato Gestione del Dolore (GD), valuta le modalità con cui l’equipe della TIN aiuta il bambino ad affrontare le situazioni in cui inevitabilmente sperimenterà dolore. Ad esempio, attraverso il GD vengono misurati il numero di procedure farmacologiche e non farmacologiche utilizzate per ridurre il dolore, l'uso di analgesia farmacologica o sedazione continua durante la ventilazione meccanica, nonché l’utilizzo da parte dell’equipe di scale finalizzate alla valutazione clinica del dolore neonatale o di un protocollo per la gestione del dolore del neonato. Ciascun bambino è stato valutato attraverso una scala, denominata NNNS (NICU Network Neurobehavioral Scale, Lester e Tronick, 2004), che permette di delineare un profilo delle competenze neurocomportamentali di bambini ad alto rischio, fornendo indicazioni anche relativamente alla presenza di segni di stress. Lo studio evidenzia che i bambini ricoverati in TIN con un alto livello di Cura Centrata sul Bambino sono più stabili, presentano alti livelli di attenzione e bassi livelli di eccitabilità e di stress. Allo stesso tempo i bambini ricoverati nelle TIN con alti livelli di Gestione del Dolore sono più attenti e responsivi all’ambiente, sono meno ipotonici e meno “stressati”. Complessivamente questi dati suggeriscono che le competenze neurocomportamentali del neonato pretermine sono associati ai livelli di qualità di Developmental Care forniti dalle TIN e sono indicativi dell’importanza delle pratiche di assistenza per il benessere globale del bambino. Inoltre, considerando che la nascita pretermine continua ad essere un fattore di rischio rilevante con effetti anche a lungo termine sullo sviluppo del bambino, si reputa che alti livelli di care, almeno in una certa misura, possano agire come fattore di protezione. Proprio alla luce di queste considerazioni, lo studio NEO-ACQUA procederà nel valutare gli eventuali effetti benefici della qualità dell’assistenza nel corso dei primi sei anni di vita del bambino. “La ricerca sta andando avanti in una prospettiva longitudinale attraverso controlli periodici fino ai 7 anni di età, per vedere se nei bambini seguiti nelle TIN con bassi livelli di Developmental Care permangono effetti anche sul lungo termine - afferma Rosario Montirosso, responsabile del Centro 0-3 per lo studio dello sviluppo socio-emozionale del bambino piccolo in condizioni di rischio evolutivo dell’Istituto Medea -; ad esempio, in alcune analisi preliminari relative ai 18 mesi di età, abbiamo che i bambini che provengono da TIN con più bassi livelli di Developmental Care presentano maggiori difficolta nello sviluppo emotivo-comportamentale”. Studio pubblicato su Pediatrics, published online April 9, 2012 (doi:10.1542/peds.2011-0813) Level of NICU Quality of Developmental Care and Neurobehavioral Performance in Very Preterm Infants Rosario Montirosso, PsyDa,b, Alberto Del Prete, MDc, Roberto Bellù, MDc, Ed Tronick, PhDd,e, Renato Borgatti, MDb, and the Neonatal Adequate Care for Quality of Life (NEO-ACQUA) Study Group aCentre for the Study of Social Emotional Development of the at Risk Infant, and bDepartment of Child and Adolescent Neurology and Psychiatry, Scientific Institute “E. Medea,” Bosisio Parini, Lecco, Italy; cNICU, Manzoni Hospital, Lecco, Italy; dChild Development Unit, Department of Psychology, University of Massachusetts Boston, Boston, Massachusetts; and eDepartment of Newborn Medicine, Brigham and Women’s Hospital, Harvard Medical School, Boston, Massachusetts ------------------------------------------------- Il gruppo di studio NEO-ACQUA è costituito da: F. Mosca, O. Picciolini, Neonatologia, Mangiagalli, Milano; S. Visentin, N. Battajon, Patologia Neonatale Osp. Ca’ Foncello, Treviso; M. L. Di Nunzio, F. Ramacciato, U.O. Neonatale, Osp. Cardarelli, Campobasso; L. Barberis, E. Mastretta, Neonatologia, OIRM Sant’Anna, Torino; R. Zanini, S.C. di Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale, Ospedale Manzoni, Lecco; G. Carli, M. Alfiero Bordigato, Patologia Neonatale, Ospedale P. Cosma, Camposampiero; V. Chiandotto, C. Boiti, SOC Ospedale S. Maria della Misericordia, Udine; R. Litta, G. Minelli, Patologia TIN, Az. Osp. Ospedali Riuniti, Foggia; M. Napolitano, Neonatologia, Ospedale Evangelico Villa Betania, Napoli; A. Arco, TIN, Az. Osp. Policlinico G. Martino, Messina; P. Mammoliti, Neonatologia TIN, Ospedale degli Infermi, Rimini; C. Fortini, U.O. TIN, Azienda Ospedaliera, Ferrara; P. Tagliabue, Neonatologia TIN, Ospedale San Gerardo, Monza; G. Motta, S.C. Neonatologia e TIN, Ospedale Niguarda Ca’ Granda, Milano; L. Quartulli, Neonatologia, Ospedale Perrino, Brindisi; P. Mussini, U.O. Patologia Neonatale, Ospedale C. Poma, Mantova; R. Grigorio, Neonatologia TIN, Ospedale Umberto I, Siracusa; P. Introvini, Patologia Neonatale, Ospedale Vittore Buzzi, Milano; G. Pomero, TIN, Ospedale Santa Croce e Carle, Cuneo; C. Poggiani, Patologia Neonatale e TIN, Istituti Ospitalieri, Cremona; A. Bauchiero, Cattedra di Neonatologia, ASO OIRM Sant’Anna, Torino. Il Comitato Scientifico dello studio NEO-ACQUA è costituito da Roberto Bellù, Renato Borgatti, Guido Calciolari, Maria Caterina Cavallo, Alberto Del Prete, Rosario Montirosso, Rinaldo Zanini. Il centro MediData Studi e Ricerche di Modena ha fornito il supporto organizzativo, tecnico, scientifico per la conduzione della ricerca. Lo studio NEO-ACQUA, che ha ottenuto il patrocinio della S.I.N. (Società Italiana di Neonatologia), è stato realizzato grazie al supporto di Chiesi Farmaceutici. |