Il 20 maggio, nell’ambito di una cerimonia all’Università Statale con Umberto Veronesi, Presidente della Giuria, Giovanni Puglisi Presidente della Commissione Nazionale per l’UNESCO e Gianluca Vago, Rettore della Statale di Milano, Chiara Cantiani, ricercatrice del Medea, è stata premiata per i suoi studi sui problemi del linguaggio da L’Oréal Italia, con la collaborazione della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco. Il premio viene assegnato ogni anno a cinque scienziate impegnate in progetti di ricerca nel campo delle Scienze della Vita e della Materia.
Lo studio “Individuazione di marcatori neuropsicologici del rischio di disturbi del linguaggio e dell’apprendimento in neonati di 6 mesi”, finanziato da L’Oréal, userà per la prima volta la tecnica dei potenziali evento-correlati per indagare le abilità di elaborazione acustica in un campione di neonati italiani suddivisi in due coorti in relazione alla presenza o assenza di “rischio familiare” per disturbi del linguaggio e dell’apprendimento. Questi dati verranno messi in relazione a fattori di tipo ambientale: l’ambiente ha infatti una sua importanza per lo sviluppo delle abilità linguistiche del neonato. Questo costituirà un primo passo verso l’identificazione di fattori protettivi e/o di rischio per lo sviluppo del linguaggio e dell’apprendimento. Tra i fattori ambientali fino ad ora più comunemente descritti ci sono lo stato socioeconomico della famiglia, la scolarità e l’età dei genitori, l’esposizione culturale del bambino a stimoli “linguistici”, e la struttura famigliare. Anche altri fattori, quali il fumo materno in gravidanza, il numero di ecografie, il rischio di aborto, il parto cesareo, la nascita prematura sembrano essere correlati a un aumentato rischio di disturbi del linguaggio.
La letteratura scientifica sul ruolo dei fattori ambientali nello sviluppo del linguaggio è abbondante, ma la raccolta dei dati è stata quasi sempre effettuata su base retrospettiva: gli studi non erano cioè pensati per valutare questi fattori, così i dati raccolti non possono essere considerati del tutto affidabili e accurati. Poter misurare il rischio ambientale durante la fase critica del processo di acquisizione del linguaggio e raccogliere i dati in tempo reale può quindi determinare un salto di qualità significativo per la ricerca. Lo studio rappresenta il primo tentativo di costituire una coorte italiana di neonati a rischio per disturbi del linguaggio e dell’apprendimento studiata sotto il profilo neuropsicofisiologico, e permetterà quindi di valutare il valore predittivo di questi marcatori comportamentali precoci. La possibilità di iniziare a seguire longitudinalmente i neonati permetterà inoltre di sviluppare un modello prognostico di sviluppo delle abilità di linguaggio e dell’apprendimento. Questo modello sarà la base per l’implementazione di programmi di prevenzione precoci e mirati.
Questo progetto sarà svolto presso l’Unità operativa di Psicopatologia dello Sviluppo dell’istituto Scientifico IRCCS “Eugenio Medea”, polo di Bosisio Parini (LC), e si avvarrà di un network di studiosi internazionali esperti di potenziali evento-correlati in neonati con e senza rischio familiare per disturbi evolutivi (come ad esempio studiosi della Rutgers University, New Jersey, USA). |