I risultati di un’indagine triennale dell’IRCCS Medea nelle scuole di Erba: più del 30% delle studentesse sono insoddisfatte del proprio corpo e mostrano atteggiamenti tipici delle patologie legate al cibo.
Le adolescenti del territorio sono sempre più insoddisfatte del proprio corpo e tale insoddisfazione le espone maggiormente al rischio di sviluppare disturbi alimentari quali l’anoressia e la bulimia nervosa. E’ quanto emerge da un’indagine triennale svolta dal Servizio per Disturbi Alimentari dell’IRCCS E. Medea – La Nostra Famiglia di Bosisio Parini (LC). Il Servizio, che da anni si occupa della cura di bambini, adolescenti e giovani adulti con disturbi alimentari, ha effettuato una ricerca presso due scuole superiori pubbliche di Erba. I risultati della ricerca appaiono allarmanti: il 30.5% delle 128 studentesse partecipanti hanno mostrato una insoddisfazione rilevante per il proprio corpo, come evidenziato dalle risposte fornite ai questionari. Questa percentuale è salita al 40.6% dopo un anno e addirittura al 41.4% dopo due anni. Il dato appare ancora più impressionante se si considera che solo l’8-10% delle ragazze presentava una condizione di oggettivo sovrappeso, mentre il 71-78% era normopeso e il 15-20% addirittura sottopeso. Si può dunque concludere che la maggior parte delle ragazze insoddisfatte del proprio corpo era in realtà normopeso o sottopeso. I risultati dello studio dimostrano quindi che l’insoddisfazione corporea rappresenta un potente fattore di rischio per lo sviluppo dei disturbi alimentari. Sebbene tale rischio sia comprovato, è evidente che non tutte le ragazze che presentano un’insoddisfazione corporea svilupperanno una franca patologia alimentare. A tale proposito è importante sottolineare come, mentre la diffusa insoddisfazione corporea appare riconducibile in massima parte ad aspetti culturali e sociali (il “mito della magrezza”), lo sviluppo di un disturbo alimentare vero e proprio sembra dipendere maggiormente da fattori individuali e familiari non ancora del tutto chiariti dagli studi sul tema. “Abbiamo evidenziato il nesso tra insoddisfazione corporea e patologie alimentari – afferma Alessandra Fumagalli, responsabile del Servizio di Psicoterapia – è ora necessario predisporre interventi rivolti alla popolazione adolescente mirati alla costruzione di una immagine corporea più realistica e soddisfacente, per prevenire il dilagare di una classe di patologie estremamente costose dal punto di vista personale, familiare e sociale. Tale azione preventiva deve declinarsi sia sia sul piano culturale e sociale, ad esempio intervenendo sui media, che sul piano scolastico, attraverso interventi di sensibilizzazione e formazione”. In tale direzione sembra muoversi anche il Governo, che ha recentemente avviato un progetto nazionale volto a combattere i disturbi del comportamento alimentare. La prima azione nell’ambito di tale progetto è stata la costruzione di una mappa delle strutture dedicate a questa categoria di disturbi in Italia, volta ad orientare i soggetti affetti da simili patologie e i loro familiari. Il 9 giugno il ministro della Gioventù Giorgia Meloni e il sottosegretario alla Salute Francesca Martini hanno infatti presentato il sito web sul quale è pubblicata la mappa dei centri (www.disturbialimentarionline.gov.it). Il Servizio dell’IRCCS E. Medea di Bosisio Parini vi figura come unica struttura di riferimento della provincia di Lecco. |